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LA LIBERTÀ MODERATA

Il Discorso di Logrogno e i due Discorsi sul governo dei Medici attraversano un crinale decisivo della storia di Firenze: il passaggio (settembre 1512) dalla repubblica del Consiglio Grande, ai suoi esordi influenzata dalla predicazione savonaroliana, al principato mediceo, ormai sempre più avviato verso una prassi assolutistica, assai diversa da quella di Lorenzo il Magnifico. La riflessione guicciardiniana è poi segnata non solo dalla catastrofe istituzionale della sua città, ma anche dalla inedita e apocalittica tragedia delle guerre d’Italia. Occasionati da queste due crisi, i tre discorsi di Guicciardini tracciano le linee fondamentali del suo pensiero politico, fino al Dialogo del reggimento di Firenze. Riflettendo su categorie politiche basilari, quali esperienza e ragione, ordine e passioni, tradizione e innovazione, Guicciardini prospetta una equilibrata sintassi amministrativa, che si vuole lontana sia da pretese meccanicistiche sia da derive nichilistiche. È, la sua, una proposta di libertà moderata, ossia regolata dai «savi». Questi, esercitati nella «bottega» della politica, rappresentano il «timone» della città, ne «curano» il disordine e la preservano sia dalla sedizione principesca sia dalla libertà popolare, in una prospettiva di stabilizzazione oligarchica ben lontana dagli orizzonti eroici e democratici che affascinavano, invece, Machiavelli.

, Gennaro Maria Barbuto CXXIV-70 ISBN 88-7219-046-0

COLLANA “LIBERTÀ NELLA STORIA”
collana diretta da Carlo Galli

La libertà cui è dedicata questa collana è una funzione politica e pratica che si presenta, nelle più svariate configurazioni del potere – dalla polis allo Stato moderno, fino ai sistemi contemporanei –, ora come elemento propulsivo dell’azione, come risposta alle sfide che ciascuna epoca deve affrontare, ora come istanza che consente di non consegnarsi alle logiche del dominio. Non coincidente con la storia e neppure collocata oltre la storia, la libertà è nella storia; se non la governa, tuttavia la può mobilitare; se non ne è il senso ne può nondimeno innervare ritmi e cesure. Questa collana non ha quindi per oggetto la libertà in senso generale e astratto, ma le libertà: antica, moderna, contemporanea, la libertà nello Stato o dallo Stato, la libertà religiosa, la libertà come indipendenza nazionale, la libertà opposta all’uguaglianza o la libertà come realizzazione della giustizia nell’uguaglianza, la libertà economica, la libertà di coscienza, la libertà come resistenza e la libertà come rivoluzione. In perenne intreccio con le categorie fondamentali della politica, a volte in tensione rispetto all’ordine politico, a volte tentata di fare del proprio orizzonte ideale il fondamento di istituzioni concrete, la libertà, in questa accezione plurima, è ricca di vitali contraddizioni e determinazioni. I volumi della collana «Libertà nella Storia» presentano testi di diverse età e di diverse tradizioni, alcuni noti, altri vere e proprie riscoperte, ma tutti in ogni caso nuovamente tradotti e curati: attraverso di essi il lettore potrà accostarsi alle molteplici sorgenti classiche e moderne delle libertà politiche occidentali e decifrare, con l’indispensabile consapevolezza storica, anche le straordinarie vicende del mondo di oggi.

Pagine

CXXIV-70

Anno di pubblicazione

2000